IL CARNEVALE



 Carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi. A Carnevale tutto il mondo è bello, anche i brutti (Nicolaϊ Evreϊnov)

Febbraio porta gli italiani a pensare subito ad una ricorrenza in particolare: Carnevale. A Carnevale, oltre a valere ogni scherzo, il nostro stivale si traveste da Arlecchino, Pulcinella, da carabiniere, da dottore o da tutto ciò che ogni anno affascina le menti italiane e viene invaso da una pioggia di coriandoli colorati che rendono sia le città sia gli animi più allegri.
In realtà, il Carnevale non si fa sentire solo nei negozi di costumi e di maschere, ma anche nelle cucine italiane: puntualmente ogni anno, già a metà gennaio, ogni pasticceria italiana (in particolare siciliana) è invasa da una infinità di dolci tipici della tradizione carnevalesca italiana: in particolare frittelle, chiacchiere, castagnole, zeppole, etc...
Piccole e dolci palline fritte e ricoperte di zucchero sono le "frittelle", chiamate in Sicilia "Spince di carnevale"; la tradizione narra che il termine siciliano "spincia" deriva dal latino "spongia" (trad. "spugna") e dall'arabo "isfanĝ" (trad. "spugna"). Tale derivazione è dovuta al fatto che le frittelle si presentano come delle piccole palline soffici e morbide proprio come una spugna.



Le spince possono presentarsi nei vassoi delle pasticcerie o nelle teglie delle nonne e delle mamme in più varianti: con la ricotta, la crema o il cioccolato all'interno, con colate di cioccolato (al latte o fondente) all'esterno o, più semplicemente, ricoperte di zucchero all'esterno senza alcun ripieno all'interno. Insomma, in qualsiasi variante dovessero presentarsi, queste piccole palline soddisfano il palato dei siciliani in tutti i modi. Per chiunque non le abbia ancora provate, è arrivato il momento di addentare queste sfiziosità che rendono l'uomo felice e sazio.

Altro fondamentale dolce carnevalesco per il palato sono le chiacchiere. Chiamate "testi di turchi" in Sicilia, "meraviglie" in Sardegna, "bugie" in Liguria e in Piemonte e "fiocchetti" in Romagna, risalgono all'Antica Roma, dove erano invece chiamate "frictilia". Qui venivano preparate durante i Saturnali per poi essere distribuite alla folla da donne con il capo cinto di edera. Venivano preparate con il grasso animale e rappresentavano una fondamentale riserva di cibo per il periodo che segnava il passaggio dall'inverno alla primavera. Tale riserva era fondamentale in quanto per gli antichi il passaggio dall'inverno alla primavera rappresentava un ponte tra la morte (l'inverno) e la vita (la primavera). Ciò significa che questo dolce rallegra il palato e l'animo dell'uomo già da molto tempo e non solo in Italia. Inoltre, le chiacchiere sono conosciute in più zone dell'Europa: in Belgio sono note come "croustouille", in Spagna come "orejas"e in Francia come "merveilles".


Chiacchiere e frittelle sono i dolci prediletti dai siciliani a Carnevale, ma non sono gli unici ovviamente. Come si è soliti dire nella mia città, Gela, "paisi chi vai, usanza che trovi": difatti in Puglia e in Abbruzzo il dolce tipico del Carnevale è il "Bocconotto", in Basilicata i "Taralli al naspro", in Calabria la "Pignolata", in Veneto le "Fritole". Insomma, se i bambini, durante il Carnevale, sono affascinati dalle loro maschere e dai loro costumi, gli adulti e i ragazzi sono affascinati dalle cucine e dalle pasticcerie che sfornano queste bontà.

Commenti

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